PAESAGGIO

Si definisce paesaggio : una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall'azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni

MOTIVAZIONE

Da diversi anni l’offerta formativa della nostra Scuola pone una particolare attenzione al discorso ambientale. Quest’anno, partecipando al Concorso nazionale FAI, abbiamo scelto come tematica : Le Masserie , un bene culturale del paesaggio agrario tarantino , paesaggio così duramente colpito dall’inquinamento da diossina

Vedi scheda del progetto


paesaggio testimone " strage degli innocenti"

domenica 28 febbraio 2010

CESARE GIULIO VIOLA






Ci sono le prove : la masseria Solito era la residenza di campagna di Luigi Viola , padre dello scrittore Cesare Giulio



E' figlio dell'archeologo galatinese Luigi Viola, fondatore del Museo di Taranto e autore di importanti scoperte, quali la cinta muraria della città, la Cripta del Redentore e le tavole bronzee della Legge Municipale.



Si laurea in giurisprudenza e combatte nella guerra 1915-18. La sua attività è molto intensa e varia: fertile commediografo, scenarista, soggettista e sceneggiatore, narratore, critico drammatico, giornalista e collaboratore della Rai. E' caporedattore della rivista "Nuova Antologia" dal 1926 al 1931 e Presidente del Sindacato Autori Drammatici. Per oltre un trentennio, dagli anni Venti in poi, è presente sulla scena teatrale e letteraria italiana, dando voce alle inquietudini e alla crisi del periodo fra le due guerre.
Inizia l'attività letteraria con un volume di liriche apparso a Napoli nel 1909, dal titolo L'altro volto che ride. Nel 1922 pubblica una raccolta di novelle intitolata Capitoli; nel 1946 appare Perché?, in cui confluisce una parte della precedente produzione novellistica. Scrive tre romanzi: Pricò (1924), Quinta classe (1955) e Pater.



Il romanzo del lume a petrolio (1958), dedicato alla memoria del padre Luigi. Si dedica prevalentemente al teatro drammatico e compone oltre 30 commedie in 45 anni. E' uno degli autori più fecondi e applauditi del periodo fra le due guerre. Le sue commedie sono rappresentate dalle più importanti compagnie teatrali dell'epoca, come la Compagnia Emma Gramatica, Salvini, Pavlova, Ruggeri. Fra le più significative si ricordano: Il cuore in due (1926), Fine del protagonista (1931), Quella (1933), Canadà (1934), Stratosfera (1935), E lui gioca! (1936), Gavino e Sigismondo (1939) , Vivere insieme (1939), La nostra età (1940), Non è vero (1941), Salviamo la giovane (1951), Nora seconda (1954) e Venerdì santo (1958). Il suo nome è legato anche all'attività cinematografica.



Il suo rapporto con il cinema inizia alla metà degli anni Trenta, quando scrive alcune sceneggiature in collaborazione, come Luciano Serra, pilota (1938), Napoli d'altri tempi ('38), Napoli che non muore ('39), Primo amore e L'angelo del crepuscolo ( '43). Offre la sua prima prova di soggettista e sceneggiatore nel 1943 con il film I bambini ci guardano, diretto da Vittorio De Sica, che è tratto da uno dei suoi romanzi, intitolato Pricò, in cui lo scrittore si rivela un attento psicologo dell'animo infanti.



Al nome di Viola sceneggiatore è legata una delle più alte testimonianze del cinema neorealista, Sciuscià (1446), alla cui sceneggiatura l'autore collabora con De Sica e Zavattini. Il film riceve l'Oscar per la sceneggiatura nel '46. Seguono altre sceneggiature come I pagliacci (1956) e Altair (1956). Cesare Giulio Viola si spegne a Positano, il 3 ottobre del 1958. Nel corso della sua carriera, ha ricevuto ambiti riconoscimenti, come il Premio I .D. I . - Saint Vincent nel 1950, il Premio Autori D r a m aticin 1957 e il Premio Napoli, assegnatogli per l'opera teatrale Venerdì Santo, nel 1958.

NON DEMOLITE LE MASSERIE



E' il caso dell' antica masseria Solito , o meglio di ciò che resta della stessa masseria , incastonata all'interno di un isolato composto di moderni e grigi palazzoni in Via Plateia a Taranto. I proprietari vorrebbero demolirla e al suo posto un edificio a cinque piani. Il dibattito ha coinvolto studiosi e ricercatori impegnati nella difesa dello storico edificio che per anni è stata la residenza di Luigi Viola , l'archeologo fondatore del Museo Archeologico . Alla Masseria Solito, Cesare Giulio Viola, lo scrittore figlio di Luigi, dedica un brano di Pater , l'opera dedicata proprio al padre. La dote di mia madre –scrive Viola- fu investita nell'acquisto d'una terra nei pressi della città : Solito……………………………………………………………..


Articolo tratto da Tarantosera di domenica 28 giugno 2009 ( dal blog del prof. G. Lovreglio)


Leggi cosa scrivono gli studiosi e ricercatori impegnati nella difesa dello storico edificio


Storia Medievale .net


Sulle sponde del Galeso blog del prof. Gianluca Lovreglio

LA MASSERIA OGGI

RELAIS HISTO' SAN PIETRO SUL MAR PICCOLO ( TA )

Da alcuni anni si assiste al recupero di alcune di queste masserie storiche che vengono ristrutturate per adibirle ad agriturismi , Bed & breakfast o lussuosi hotel. In tal modo si raggiunge anche l'importante obiettivo di garantire la salvaguardia e la conservazione di tali storici monumenti, modificandone solo in parte le funzioni e le destinazioni d'uso. A differenza di simili esperienze europee (i paradores in Spagna o i Relais & Chateux francesi) queste attività non sono gestite dallo Stato, ma dai privati, generalmente i singoli proprietari.

LA MASSERIA



La masseria è l'espressione di un'organizzazione geo-economica legata al Latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia. Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, a volte, anche dai proprietari terrieri, ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, in certe zone anche solo stagionali, le stalle, i depositi per foraggi e i raccolti


Origine, storia e sviluppo : dal sito di perieghis

ATLANTE DELLE MASSERIE


Un viaggio interessante nel paesaggio agrario del tarantino il cui autore è Antonio Vincenzo Greco


DETERMINAZIONE DEL CLORURO DI SODIO





Il cloruro di sodio è tra i sali solubili, il più dannoso sia alla vegetazione (in generale) sia al terreno. Infatti il sodio è un peptizzante che si oppone alla buona struttura del terreno ed aumenta molto la conducibilità elettrica.



L'aumento della pressione osmotica provocato nella soluzione circolante rende difficile e impedisce l'assorbimento idrico da parte delle radiciLe coltivazioni non sopportano valori di sali superiori allo 0.1%; anche il cloro in eccesso risulta negativo per la fisiologia vegetale.

Materiali:

  • Forno a muffola
  • 2 beute da 200ml
  • carta da filtro e imbuto
  • palloncino da 100ml

Reagenti:

  • soluzione 0.1 N di nitrato d'argento
    indicatore cromato di potassio (soluzione satura)

Modo di operare:

  • Far seccare in forno a muffola 20 g di terra fine, alla temperatura di 110°C per 3-4 ore in modo da eliminare l'acqua igroscopica.
  • Introdurre i 20 g di terra fine in una beuta;
  • Aggiungere 100 ml d'acqua distillata e chiudere la beuta con un tappo;
  • Agitare
  • Attendere 36-48 ore agitando ogni tanto;
  • Filtrare con filtro asciutto a raccogliere il filtrato in una beuta.
  • Prelevare 5 ml di filtrato (corrispondenti a 5 g di terra)
  • Titolare i cloruri con soluzione 0.1 N di nitrato d'argento con qualche goccia di cromato di potassio (indicatore)

La quantità di questo sale nel terreno è data da:


%o NaCl = ml titolante · 0.00585 · 200


dove:


0.00585=g di NaCl che corrispondono a 1 ml di titolante

200= fattore di moltiplicazione per esprimere il NaCl in per mille poiché sono stati titolati 5 g di terreno.


In pratica


%o NaCl = ml titolante · 1,17

Valori ottenuti


0,3 ml di titolante


0,35 %o NaCl

Osservazioni


Il dato analitico relativo al cloruro di sodio deve essere posto in rapporto al ptl e alla c.s.c; infatti terreni contenenti sali solubili superiori allo 0.1% risultano anche alcalini e con una c.s.c. satura per oltre il 15% da sodio sono terreni salini sodici.

DETERMINAZIONE DELLA SOSTANZA ORGANICA








La sostanza organica è costituita da residui vegetali e animali, da microrganismi e loro metabolici e da eventuali residui di fertilizzanti organici. La conoscenza della quantità di sostanza organica presente nel terreno è utile per la valutazione dello stato di fertilità del terreno stesso: in generale si considera povero un terreno contenente meno del 2% di sostanza organica, mediamente dotato uno con il 2¸3% , ricco uno con valori superiori al 3%.


Dal contenuto in sostanza organica dipendono in parte la capacità di scambio cationico, la disponibilità di fosforo e di potassio per la pianta e anche la vita microbica.

Metodo al bicromato ossidativo


Il metodo è applicabile a tutti i tipi di suolo: il quantitativo del campione da sottoporre all'analisi va però scelto in funzione del contenuto in sostanza organica.

Principio:

La sostanza organica viene ossidata con bicromato di potassio in presenza di acido solforico, alla temperatura che si raggiunge in conseguenza della brusca diluizione

dell'acido solforico. La reazione viene interrotta diluendo con acqua dopo un tempo stabilito.

La quantità di bicromato di potassio che non ha reagito viene determinata mediante titolazione con una soluzione di solfato ferroso.

Nel calcolo si introduce un fattore empirico(0,77), che tiene conto della frazione realmente ossidata nelle condizioni adottate. Considerando un contenuto medio in carbonio della sostanza organica pari a 580 g/kg, si introduce un secondo fattore (1,724) per trasformare il carbonio organico in sostanza organica.

Materiale

  • beute da 500 ml
  • pipetta da 10 ml
  • pipetta da 20 ml
  • cilindro da 200 ml
  • buretta

Reattivi:
  • Potassio bicromato (K2Cr2O7) soluzion e 1,000 N (49,053 g/l
  • Ferro ammonio solfato [sale di Mohr: Fe(NH4)2(SO4)2·6H2O] soluzione 0,5 N, 196,02 g di sale di Mohr e 15 ml di acido solforico concentrato per litro. Il titolo della soluzione non è stabile e va valutato per ogni serie di analisi.
  • Ferroina come indicatore
  • Acido solforico concentrato (H2SO4 d= 1,84)

Modo di operare

  • Porre in una beuta da 500 ml 1,000 g di campione setacciato a 0,5 mm; si useranno 0,500 g nel caso di suoli contenenti più del 3% di sostanza organica; 2,000 g nel caso di suoli contenenti meno dell'1% di sostanza organica; per i suoli torbosi saranno impiegate aliquote inferiori tenendo presente che alla fine della reazione almeno 3 ml di bicromato devono risultare in eccesso.
  • Addizionare 10 ml di bicromato di potassio misurati esattamente e, a goccia a goccia lungo le pareti quindi 20 ml di acido solforico concentrato.
  • Agitare nuovamente evitando che le particelle di suolo aderiscano alle pareti, coprire con un vetro da orologio e lasciare in riposo per 30 minuti esatti alla fine dei quali interrompere la reazione aggiungendo 200 ml circa di acqua deionizzata.
  • Aggiungere 0,5 ml di indicatore ferroina e titolare con la soluzione di sale di Mohr fino al viraggio dal giallo al verde.
  • Contemporaneamente eseguire una prova in bianco con 10 ml di bicromato, 20 ml di acido solforico e 200 ml di acqua deionizzata.

Espressione dei risultati:

Il contenuto in carbonio organico si esprime in g/kg, senza cifre decimali.

Corganico % = ( S-T ) .10/S.0,03/0,77.100/P

S e T = ml di soluzione di Fe (II) usati, rispettivamente, per la prova in bianco e per la determinazione
P = peso del suolo
0,003 = milliequivalenti del carbonio
Sostanza organica % = CORGANICO % · 1,72
VALORI OTTENUTI
S = 7,7 ml
T = 5,2 ml
C % = 1,27%
Sostanza organica % = 2,18%
IV B T.C.B

sabato 27 febbraio 2010

Ricerca dei miceti





Crescita su Agar Sabouraud di muffe Trapianto da agar Sabouraud

RICERCA DEI MICETI
Per la ricerca dei miceti vengono impiegati terreni di coltura quali l'agar Sabouraud e l'agar malto il cui basso valore di pH esercita una azione inibente nei confronti degli altri microrganismi .
La semina si effettua con sospensioni -diluizioni del campione di terra in esame secondo la tecnica dello spatolamento .Si incubano le piastre a 28°C ed si effettua il conteggio delle colonie dopo 7 giorni
III A OCB




Ricerca dei batteri proteolitici e nitrosanti

Batteri proteolitici
Batteri nitrosanti Batteri nitrificanti



diluizioni del campione preparazione del terreno per i proteolitici















RICERCA DEI BATTERI PROTEOLITICI E NITROSANTI

L'azoto organico è presente nel suolo prevalentemente sotto forma di proteine e si rende disponibile come sostanza nutritizia per le piante grazie all'attività proteolitica di microrganismi " proteolitici", batteri, funghi e attinomiceti ,capaci di elaborare enzimi chiamati proteinasi che convertono le proteine in unità più piccole, i peptidi. A loro volta i peptidi vengono attaccati da peptidasi e trasformati nei singoli amminoacidi. Alcune specie batteriche come Clostridium histolyticum e Clostridium sporogenes presentano elevata attività proteolitica.


Proteine proteinasi peptidi peptidasi amminoacidi


Successivamente gli amminoacidi sono sottoposti a deamminazione con liberazione del gruppo amminico NH2 come NH3.

CH 2 NH 2 COOH + 3/2 O 2 2 CO2 + H 2 O + NH3 reazione di ammonizzazione

I batteri nitrosanti come Nitrosococcus, Nitrosomonas,Nitrosovibrio sono in grado di trasformare l'ammoniaca in nitriti per ossidazione mentre i batteri nitrificanti come Nitrobacter, Nitrococcus,Nitrospina sono in grado di ossidare i nitriti a nitrati


NH3 + 3/2 O2 HNO2 +H 2°

2NO2- + O2 ® 2NO3-


Operazioni preliminari per la ricerca dei batteri proteolitici:


Diluizioni del campione di terra con acqua distillata sterile con fattore dieci

Principio del metodo: la presenza dei batteri proteolitici nel campione di suolo in esame può essere evidenziata dalla capacità di fluidificare la gelatina


Materiale :

24 provettine da sierologia con tappi

Pipette sterili da 1 ml e da 2 ml

Termostato a 28°C

Sospensioni diluizioni del campione di terra

Terreno di coltura preparato come segue :


soluzione salina di Winogradsky 50 ml, Gelatina 30 g,Acqua di pozzo sterile o soluzione di oligoelementi 1 ml , Acqua distillata 950 ml


Procedimento: preparare 24 provette contenenti 2mI di terreno per la prova della proteoiísi .Seminare 8 serie di 3 provette con aliquote di 0,5 ml delle sospensioni –diluizione del campione da 10 -1 a 10 -8 . Incubare a 28'C. La lettura si effettua dopo 1,2,3,4,5,7,9,12 e 15gg, dopo aver posto le provette in frigorifero per 1 - 2h considerando positive le provette in cui la gelatina resta liquida. Dopo aver annotato per ogni lettura i tubi positivi e le rispettive diluizioni, si determina il numero di germi proteoltici riferiti ad 1 g di terra utilizzando la formula risolutiva di Thomas.

Risultati: numeri di tubi positivi: 20 su 24

formula: numeri di tubi positivi/radice (volume numero tubi negativi x volume numero tutti i tubi) x 100

valore medio: 4 x 100


RICERCA DEI BATTERI NITROSANTI E NITRIFICANTI

Principio del metodo

La ricerca della presenza dei batteri nitrosanti , batteri Gram + in grado di ossidare l'ammoniaca a nitriti si effettua mediante la semina di aliquote di 0,5 ml delle sospensioni-diluizioni del campione in un terreno liquido selettivo a base di solfato di ammonio. Dopo incubazione la presenza dei nitriti viene rilevata da una colorazione blu che si manifesta in seguito all'aggiunta del reattivo difenilammina sulfurica.

Materiale:


18 provettine da sierologia;

pipette da 1 ml;

pipette da 1 ml sterili;

terreno di coltura:

soluzione di Winogradsky 50 ml ,solfato di ammonio 0,5 g ,carbonato di calcio 1 g , acqua distillata 950 ml

Procedimento Si preparano 6 serie da tre di provette contenenti 1 mI di terreno per la ricerca dei batteri nitrosanti . Si seminano aliquote di 0,5 ml delle sospensioni-diluizioni del campione( da 10 -1 a 10 -6 ) in ciascuno dei 18 tubi che vanno incubati a 28 °C per 20 giorni ; al termine dell'incubazione si rovescia ogni tubo in modo che rimanga 1 ml di coltura e si aggiungono 10 gocce di acido solforico + 10 gocce di reattivo alla difenilammina. Si considerano positivi i tubi che presentano il colore blu e si determina il numero dei batteri nitrosanti usando la formula di Thomas.

Risultati: numero di tubi positivi 17 su 18

valore medio: 8 x 100

La ricerca dei batteri nitrificanti segue la stessa procedura preparando come terreno di coltura un terreno costituito da : soluzione di Winogradsky( 50 ml) , nitrito di sodio ( 1 g),carbonato di calcio ( 1 g), acqua distillata ( 950 ml)
che va distribuito in 6 serie di tre provette, in ciascuna delle quali si seminano 0,5 ml delle sospensioni diluizioni del campione da 10 -1 a 10 -6; dopo 20 giorni di incubazione a 28 °C si rovescia il contenuto di ogni tubo e si aggiungono 0,05 g di urea, per eliminare i nitriti rimanenti,10 gocce di acido solforico,10 gocce di reattivo alla difenilammina. La presenza dei nitrati viene svelata dalla presenza del colore blue.Il calcolo sfrutta la formula di Thomas

Risultati : numero di tubi positivi 16 su 18

valore medio : 6 x 100

Gli alunni della III A O.C.B.

Il ciclo dell’azoto

CICLO DELL'AZOTO

L'importanza del ciclo dell'azoto per gli esseri viventi è dovuta al ruolo fondamentale che tale elemento assume nella formazione di composti organici vitali, quali le proteine e gli acidi nucleici. L'azoto, pur essendo presente in notevole quantità nell'atmosfera ( 80% del volume dell'aria ), non può essere direttamente assorbito dagli organismi, fatta eccezione per particolari batteri azoto- fissatori ,i quali o vivono liberi nel suolo o in simbiosi sulle radici delle leguminose. La forma di azoto più disponibile per le piante è rappresentata dall'azoto dei nitrati o azoto nitrico che, dopo essere stato assorbito attraverso le radici, viene organicato nella fitomassa e trasferito attraverso la catena alimentare agli organismi eterotrofi, come gli animali. La decomposizione dei resti organici restituisce al terreno l'elemento, che può ritornare nell'atmosfera grazie all'azione di alcuni batteri specializzati nella denitrificazione.

Questo ciclo risulta molto complesso perché l'atomo di azoto può entrare a far parte di un elevato numero di molecole: azoto molecolare, ammoniaca e sali d'ammonio, nitriti, nitrati ed azoto organico. I processi chimici che vedono coinvolti questi composti azotati evidenziano il ruolo dei batteri nel regolare gli ingressi e le uscite dell'azoto dall'atmosfera.
Si distinguono quattro tipi di processi biochimici in cui intervengono i microrganismi:

  • Azoto fissazione
  • Ammonificazione
  • Nitrificazione
  • Denitrificazione

Diego Di Maggio III A O.C.B.

Preparazione delle sospensioni-diluizioni

Conta Microbica Totale: allestimento delle diluizioni successive del campione di suolo e semina nel terreno colturale
pestare nel mortaio sterile










preparare le diluizioni e trasferire l'inoculo usando una spatola di vetro a L in ciascuna piastra














incubare le piastre a 20-30°C per 7 giorni
Gli alunni della III A O.C.B.

Carica microbica totale

PREPARAZIONE DELLE SOSPENSIONI – DILUIZIONI DEL CAMPIONE DI TERRA PER LA SEMINA IN TERRENO COLTURALE

La carica microbica rappresenta il numero di microrganismi presenti nel suolo e poiché essa è normalmente elevata è necessario allestire diluizioni seriali decimali ( 1:10) che consentano di avere un numero di colonie contabili nel terreno di coltura
Procedimento:
• Setacciare e rendere fine, con pestaggio in un mortaio sterile, la terra in esame
• pesare 2g e diluirli in un pallone da 1l di acqua distillata sterile e agitare vigorosamente
• prelevare 1 ml di sospensione e trasferirli in un secondo pallone da 1l di acqua distillata sterile e agitare vigorosamente
• prelevare 1 ml dal 2° pallone e trasferirli in una provetta contenente 9 ml dì acqua sterile, agitare e trasferire 1 ml in una seconda provetta contenente 9 ml di acqua sterile
• agitare e trasferire 1 ml in una terza provetta con 9 ml di acqua sterile.

Numerazione indiretta su mezzo solido C.M.T.

Principio del metodo: il principio si basa sulla semina in superficie di piastre contenenti un mezzo agarizzato di una quantità nota di sospensioni di terra (diluizioni) e sul conteggio del numero di colonie che compaiono dopo incubazione.
Il terreno utilizzato è l'estratto di terra addizionato al 2% di agar .

Materiale:
• Estratto di terra
• Agar in polvere
• Vetreria per la preparazione del terreno
• Piastre sterili
• Autoclave
• Pipette di vetro sterili da 1 ml
• Bacchetta di vetro ad L o spatola di vetro
• Provettoni contenenti la diluizione del campione di terra in esame

Procedimento : Distrìbuire l'inoculo uniformemente con una spatola di vetro a L sterile, usando tre piastre per ogni diluizione ( da 10 -6 a 10 -8 ) . Effettuata la semina incubare a 20 - 30 'C. La lettura sì effettua dopo 7gg prendendo in considerazione le piastre in cui si è sviluppato un numero di colonie compreso tra 10 e 50. Il risultato terrà conto della media delle colonie contate sulle tre piastre e del fattore di diluizione.

Risultati:
E' stata presa in considerazione la seconda serie di piastre ( diluizione 1: 5 x 10 -7 ) in quanto nella prima serie ( diluizione 1:5 x 10 -6 ) il numero delle colonie presenti è risultato superiore a 100 e nella terza serie ( diluizione 1: 5 x 10 -8) inferiore a 10
La prima delle tre piastre della diluizione 1:5 x 10 -7 ha dato un risultato superiore a 100 ed è stata pertanto scartata , la seconda piastra ha evidenziato la presenza di 50 colonie mentre la terza di 25 colonie
Carica batterica : (50 + 25) / 2 x 5 x 10 7

CARICA MICROBICA TOTALE : 187 5 milioni / grammo di suolo

mercoledì 24 febbraio 2010

DETERMINAZIONE DEL PESO SPECIFICO APPARENTE



Il peso specifico apparente è dato dal peso della unità di volume del terreno in condizioni naturali della coltivazione. Il suo valore vaia da 0,5¸0,6 per i terreni organici, fino a 1,5 per i terreni minerali.

Materiale:


 

  • Cilindro di vetro da 100 ml

Modo di operare:


 

  • Riempire con terra fine un cilindro di vetro ben asciutto, assestando bene la terra con movimenti rotatori del cilindro.
  • Misurare quindi il volume.
  • Porre tutta la terra, versandola lentamente, su una bilancia e calcolare secondo la seguente formula:

Peso specifico = peso/volume

Valore ottenuto = 0,9 g/ml

martedì 23 febbraio 2010

DETERMINAZIONE DEL PH IN ACQUA




Di norma il pH viene determinato su terreno essiccato all'aria, mentre nel caso dei terreni sommersi o molto alcalini si opera sul terreno appena prelevato in modo da impedire l'ossidazione del ferro (che provoca conseguenti variazioni del pH). La conoscenza di questo valore assume fondamentale importanza ai fini della scelta della coltivazione e poi del tipo di concime da impiegare. I valori più diffusi sono 5-6 per i terreni acidi di risaia , 6-8 per gli altri terreni. Sono definiti terreni peracidi quelli con pH 3,5-4,5, acidi quelli con pH 4,5-5,5, subacidi con pH 5,5-6,5, neutri con pH 6,5-7,5, subalcalini con pH 7,5-8,5, alcalini con pH 8,5-9,5.

A pH 6,5-7,5 quasi tutte le colture trovano le condizioni ottimali, anche perché a questi valori di pH sono più attive sia la microflora sia la microfauna terricole. Inoltre a questi pH si verifica un maggior assorbimento della maggior parte degli elementi nutritivi.

Metodo potenziometrico

Materiale:


 

  • Bicchiere da 100 ml
  • Potenziometro (o pHmetro)
  • Pipetta da 25 ml

Modo di operare:


 

  • Prelevare 10 g di terreno e addizionarvi, in un bicchiere, 25 ml di acqua deionizzata.
  • Agitare per 30 minuti con una bacchetta di vetro.
  • Accendere il potenziometro e porre l'elettrodo di misurazione della forza elettromotrice nella sospensione terrosa: il valore segnato dallo strumento è il pH del terreno.

Osservazioni:


 

  • L'acqua aggiunta per sciogliere il terreno non ne modifica il pH, a motivo del potere tampone del terreno stesso.
  • Occorre effettuare la taratura del potenziometro prima della misurazione: azzerare l'ago del galvanometro, portare il pH al valore di 7 mediante una soluzione tampone, azzerare nuovamente e asciugare gli elettrodi, misurare il pH del campione in esame.
  • Il metodo colorimetrico con il comparatore di Hellige è ormai desueto,in quanto tutti i laboratori sono dotati di potenziometri; di questi ve ne sono anche digitali a prezzi veramente contenuti.
  • Il DM 11.05.1992 prevede la taratura con una soluzione tampone a un certo pH e una soluzione tampone avente pH vicino a quello del campione.
  • Il DM 11.05.1992 prevede che, dopo l'agitazione della terra con acqua segua una notte di riposo prima di misurare il pH. Quando l'elettrodo è posto nella sospensione per la misurazione del pH occorre che la sospensione sia in agitazione.


 

Determinazione del pH in cloruro di potassio

Materiale:

  • Potenziometro

  • Bicchiere da 100ml
  • Pipetta da 25 ml

Reattivi:

  • Soluzione M di cloruro di potassio(preparata sciogliendo 74,60g di cloruro di potassio in un litro di acqua )

Modo di operare:

  • Porre in un bicchiere 10g di terreno e 25 ml di cloruro di potassio.
  • Agitare 30 min.
  • Determinare il pH immergendo nel bicchiere l'elettrodo del potenziometro.


 

Il pH così determinato deve essere confrontato con il pH in acqua (il primo è sempre inferiore al secondo.

Osservazioni :

  • Maggiore è la differenza tra i due valori di pH, più sono presenti ioni H +scambiabili con K+ (e con gli altri cationi in genere ) e più si può abbondare con la concimazione.Dal punto di vista pratico questa analisi può sostituire quella più laboriosa della capacità di scambio cationico .
  • Il pH così determinato è anche noto come acidità di scambio.
  • Per caratterizzare gli andisuoli (vulcanici ) una parte di suolo va dispersa in 50 parti di fluoruro di sodio (soluzione satura).

VALORE OTTENUTI : pH= 8,40 in acqua; pH = 7,83 in cloruro di potassio

ANALISI CHIMICHE DEL TERRENO




PREPARAZIONE DEL CAMPIONE     

La preparazione del campione per analisi deve essere eseguita in modo tale che la più piccola pesata prevista dai metodi di analisi sia rappresentativa del campione e la composizione non possa essere stata modificata dalla preparazione al punto di alterare sensibilmente la solubilità nei differenti reattivi estraesti. Viene eseguita secondo le norme disposte dal DM 11.05.1992.

Definizioni

Il campione per il laboratorio è la quantità di terreno prelevata secondo un cero piano di campionamento e consegnata in laboratorio.

Il campione grezzo
per analisi è l'aliquota rappresentativa del campione grezzo per analisi, preparato per il prelevamento dell'aliquote da analizzare.

La terra fine è il campione di terra preparato per l'analisi, essiccato al massimo fino a 40° C, che passa attraverso un setaccio con maglie di 2mm.

L'aggregato è l'unione di particelle elementari dovuta all'esistenza di cementi organici e/o minerali.

Lo scheletro è l'insieme delle particelle singole del terreno che non passano attraverso un setaccio con maglie di 2mm.

Procedimento

Apparecchiature utilizzate:
  • Stufa a ventilazione
  • Matterello ricoperto di gomma
  • Apparecchio per la frantumazione
  • Setaccio nylon con luce netta delle maglie da 2, 0,5 e 0,2mm
Modi di operare:

Campione secco all'aria setacciato a 2mm (terra fine)

  • Stendere su una superficie piana, pulita e secca, e che non lo influenzi, tutto il campione per il laboratorio.
  • Se necessario suddividere il campione in maniera da non modificarne le caratteristiche chimiche e fisiche, per ottenere il campione grezzo per analisi.
  • Porre il campione grezzo per analisi su vassoi di carta o plastica,in uno strato di 1÷2 cm di spessore ed essiccarla all'aria, ambiente ventilato a temperature comprese tra 25 e 35°C,o in stufa a ventilazione forzata con temperature non superiori a 40°C.
  • Lasciar raffreddare il campione a temperatura ambiente e pesarla.
  • Setacciarli al vaglio di 2 mm.


 

Gli alunni della IIIA O.C.B

lunedì 22 febbraio 2010

ATTO NOTARILE

SCHEDA DI LAVORO

TIPO DI FONTE: Atto notarile

DATA: 15 Agosto 1814

LUOGO DI PRODUZIONE: Taranto

SOGGETTO EMITTENTE: Mannarini Francesco Antonio

CONTENUTO: In questo atto notarile Ludovico Carducci dichiara che Luigi e Francesco Panarelli e la loro zia Catalda prendono in affitto la Masseria "La Carduccia" con tutti i beni che ci sono all'interno.


 

OSSERVAZIONI:

  1. Le unità di misura sono diverse dalle nostre
  2. Nulla è lasciato al caso: è un documento molto dettagliante
  3. Difficoltà nella interpretazione della scrittura che risulta diversa dalla nostra
  4. Vengono utilizzate delle abbreviazioni come nst per nostra.


 

Petkova Stjlyana , Scarcella Isabella ( IVA T.G.A)



domenica 21 febbraio 2010

MANIFESTAZIONI CONTRO L’INQUINAMENTO A TARANTO




Taranto non è più la città degli stupidi, finalmente la cittadinanza si è risvegliata e ha manifestato in massa contro l'inquinamento : MO AVASTE ! Gli alunni del Cabrini, sempre sensibili alle problematiche ambientali della città hanno partecipato attivamente alle manifestazioni organizzate dalle associazioni ambientaliste della città

TUMORI E INQUINAMENTO A TARANTO


Cosa respirano, cosa mangiano, cosa bevono e come vivono gli uomini , le donne, i bambini, gli anziani di Taranto, la città più inquinata d' Europa per emissioni industriali ………………………………

A Taranto , ognuno dei duecentodiecimila abitanti , ogni anno, respira 2,7 tonnellate di ossido di carbonio e 57,7 tonnellate di anidride carbonica. Gli ultimi dati stimati dall'Ines, l' Inventario nazionale delle emissioni e loro sorgenti, sono spiegati. …………………………………………

A Taranto c'è la diossina. Qui si produce il 92 per cento della diossina italiana e l'8,8 per cento di quella europea. Qui, negli ultimi dieci anni , i tumori sono aumentati del 30 per cento…………..

Dal libro " LA CITTA' DELLE NUVOLE " di Carlo Vulpio


 

Allarmanti sono i dati riportati nella presentazione che ci ha illustrata la dott.ssa A Mincuzzi della AZIENDA USL TARANTO, S.C. Statistica Epidemiologica, Dipartimento di Prevenzione

giovedì 18 febbraio 2010

SECONDO INCONTRO ALL’ARCHIVIO DI STATO


Nel secondo incontro presso la sezione didattica dell'Archivio di stato, la dott.ssa Mina Chirico, ci ha coinvolti nell'analisi di un documento risalente al 1814. un atto notarile con il quale il notaio Mannarini, il 10 agosto del 1814, stipulava un contratto di affitto tra il nobiluomo Lodovico Carducci e i fratelli Panarelli. Oggetto: la masseria La carduccia

Abbiamo rispettato le tre fasi della ricerca.

  • inquadramento del documento
  • comprensione e traduzione
  • analisi.

il metodo di indagine storica ha come sua finalità quella di permetterci, una volta divenuti adulti, di navigare attraverso il bombardamento di informazioni che caratterizza la nostra società e di selezionare le notizie che ci interessano.

IVA T.G.A

                                    

lunedì 15 febbraio 2010

Fasi preliminari del prelievo di campioni di aria e di suolo

CAMPIONAMENTO


PRELEVAMENTO DEI CAMPIONI


 

Il prelevamento dei campioni da sottoporre ad analisi costituisce uno dei punti più crtici degli studi per la caratterizzazione di un suolo e deve essere effettuato secondo le norme del DM 11.05.1992 e tenendo conto di alcune considerazioni.

La composizione dei suoli varia notevolmente, sia in superficie sia in profondità, anche in zone relativamente ristrette. Tessitura, struttura e contenuto di sostanza organica ed elementi nutritivi e/o inquinanti hanno una loro variabilità specifica anche in suoli relativamente omogenei.

La scelta delle modalità di prelevamento, la localizzazione e il numero dei prelievi devono essere in relazione con le finalità dell'indagine e con il grado di dettaglio che si intende raggiungere. Poiché le notizie sui punti intermedi ai siti di campionamento di ogni singola unità territoriale si ottengono per interpolazione, il grado di informazione sulle caratteristiche della superficie oggetto di studio dipende dalla distanza tra i punti di prelievo.

Inoltre bisogna tenere conto della variabilità verticale dei terreni, dovuta a cause naturali o antropiche. Lo studio del profilo, indispensabile nel caso di una indagine pedologica, deve costituire una premessa anche per la valutazione degli elementi nutritivi o della presenza di inquinanti.

I suoli hanno caratteristiche relativamente costanti nel tempo, quali la natura, lo spessore e la distribuzione degli orizzonti, e caratteristiche che variano con le stagioni (in dipendenza per esempio del livello delle falde acquifere), con le colture (in relazione alle lavorazioni del terreno, alle fertilizzazioni ecc.) o a seguito di particolari eventi (movimenti di terra, smottamenti, sommersioni). Diversi devono essere quindi i criteri di prelievo a seconda che oggetto di indagine siano i caratteri più stabili o quelli variabili nel tempo.


 

Definizioni


 

L'analisi di caratterizzazione è l'insieme di determinazioni che contribuiscono a caratterizzare le proprietà fisiche e/o chimiche di un campione di terreno.

L'analisi di controllo viene effettuata per il controllo di alterazioni e/o variazioni della composizione del suolo in particolare a seguito di inquinamenti.

L'analisi diagnostica comparativa si basa sul confronto di osservazioni ed è destinata a evidenziare una eterogeneità di caratteristiche.

La zona di campionamento è la zona di terreno sottoposta al campionamento. E' suddivisa in più unità di campionamento.

L'unità di campionamento è la quantità definita di suolo, dotata di limiti fisici o ipotetici.

Il campione elementare è la quantità di terreno prelevata in una sola volta in una unità di campionamento.

Il campione globale è l'insieme di campioni elementari prelevati in un'unica unità di campionamento.

Il campione finale è la parte rappresentativa del campione globale, ottenuta mediante eventuale riduzione di quest'ultimo.


 


 


 

Apparecchiature


 

Gli strumenti necessari per il campionamento devono essere costituiti con materiali e modalità che non possono influenzare le caratteristiche che si vogliono determinare nel terreno da campionare. Si tratta di sonda o trivella, vanga, secchio con volume non inferiore a 10,1 telone asciutto e pulito di circa 2 m2, sacchi di capacità di almeno 1 1 e dotati di adeguato sistema di chiusura.


 


 


Epoca di prelevamento


 

Deve essere scelta in funzione delle finalità dell'indagine.Per calcolare il fabbisogno di fertilizzanti il campionamento deve essere effettuato almeno tre mesi dopo l'ultimo apporto di concimi o sei mesi dopo l'ultimo apporto di ammendanti o correttivi.


 

Zona di campionamento


 

Va individuata, eventualmente con il concorso dell'interessato o di persone esperte della zona, delimitando un'area che abbia in comune colore, aspetto fisico, ordinamento colturale, fertilizzazioni ricevute in passato, vegetazione coltivata o spontanea.

Nel caso si disponga di una carta dei suoli, va individuata la zona di campionamento all'interno di una sola unità pedologica. È meglio comunque evitare sempre di campionare in prossimità dei bordi dell'unità pedologica.

In questo modo si potrà arrivare alla suddivisione in due o più zone di campionamento, ognuna delle quali presenti le caratteristiche di omogeneità sopra descritte. Deve però essere valutata attentamente l'opportunità di campionare zone di superficie troppo ridotta per influenzare sensibilmente gli obiettivi che si intendono raggiungere con il campionamento e l'analisi.


 

Numero e ripartizione dei campioni elementari


 

Qualunque sia la superficie della zona di campionamento, effettuare sempre almeno quindici campioni elementari, prelevando non meno di sei campioni per ettaro e viene utilizzato un campionamento non sistematico a X o W.


 

Campionamento non sistematico a X o W


 

Vengono scelti i punti di prelievo lungo un percorso tracciato sulla superficie da investigare, formando delle immaginarie lettere X o, preferibilmente, W e viene prelevato un campione elementare in ogni punto, seguendo i principi già esposti. La procedura può portare a una copertura non completa della superficie da investigare, ma si limita a fornire dati orientativi.


 


 

Profondità di prelevamento

Se si deve eseguire un'analisi di caratterizzazione nei terreni arativi,o comunque soggetti a rovesciamenti o rimescolamenti,il campione si preleva alla massima profondità di lavorazione del suolo.

Nei terreni a prato o pascolo e nei frutteti inariditi,la parte aerea della vegetazione e la cotica vanno eliminate e il campione viene prelevato alla profondità interessata dalla maggior parte delle radici.

Nel caso sia prevista la rottura del prato procedere come indicato appena sopra.

Per i campionamenti del sottosuolo si determina la profondità di prelievo sulla base del profilo podologico.Si deve evitare comunque di mescolare il suolo superficiale con il sottosuolo e,in generale,il terreno proveniente da diversi orizzonti.

Se l'analisi da effettuare è di controllo o diagnostica comparativa,si sceglie la profondità del prelievo in funzione delle caratteristiche del fenomeno che si intende controllare.


 

Esecuzione del prelevamento elementare


 

Una volta individuato il sito di campionamento bisogna eliminare,se necessario,la vegetazione che copre il suolo.Si introducono poi verticalmente la sonda o la trivella fino alla profondità voluta e si estrae il campione elementare di terreno.Nel caso di terreni sabbiosi o polverulenti la sonda può essere introdotta nel suolo diagonalmente,facendo attenzione a rispettare la profondità scelta.

Nel caso di terreni molto compatti o con elevata presenza di scheletro,che non permettono l'uso della sonda,si scava con la vanga una piccola buca a pareti verticali fino alla profondità prescelta.

Si preleva quindi una fetta verticale che interessi tutto lo strato,mantenendo costante la frazione di terreno proveniente dalle diverse profondità.


 


 

Formazione dei campioni per l'analisi di caratterizzazione


 

Si inseriscono i diversi campioni elementari,man mano che vengono prelevati,nel secchio.

Si rovescia il secchio su una superficie solida,piana,asciutta e pulita,coperta con il telone e si mescola e si omogeneizza accuratamente il terreno.


 


 

Condizionamento dei campioni finali


 

Ciascun campione finale viene inserito in un imballaggio asciutto,pulito,che non interagisca con il terreno e sia impermeabile all'acqua e alla polvere.

L'imballaggio viene chiuso e si predispongono due etichette uguali nelle quali sia chiaramente identificato il campione.Sulle etichette porre dei riferimenti biunivoci al verbale di campionamento.

Collegare poi un'etichetta al sistema di chiusura e attaccare l'altra alla superficie esterna dell'imballaggio(non inserire mai etichette all'interno,a contatto col suolo).

Nel caso sia necessario sigillare il campione effettuare l'operazione in maniera tale che non sia possibile aprire l'imballaggio senza violare il sigillo al quale deve essere incorporata una delle etichette.

Nel verbale di campionamento bisogna identificare con precisione la zona di campionamento con opportuni riferimenti catastali o geografici, e riportare sempre la data di campionamento e la profondità di prelievo. Riportare inoltre un riferimento biunivoco alle etichette poste sul campione finale.

venerdì 12 febbraio 2010




Durante la visita alla masseria " Carmine " abbiamo prelevato dei campioni di aria e di suolo , per effettuare ,nei nostri laboratori, analisi chimiche e microbiologiche.

Vedi album fotografico


Dall'album fotografico : Visita alla masseria " Carmine "

giovedì 11 febbraio 2010

In questa masseria del 1800, operativa da più di 40 anni, si allevavano ovini, caprini , cavalli. Nel 2008 , la spiacevole notizia : la rileazione di alte percentuali di diossina nel latte e nelle carni degli animali . Con l'applicazione di un vincolo sanitario, gli animali sono stati abbattuti . Mi sono emozionata dalle dichiarazioni che il signor Fornaro ci ha fornito durante la nostra visita, in particolare , sono rimasta molto colpita quando ha affermato : " La diossina è genotossica e può essere trasmessa ai nostri figli ". Dobbiamo soffermarci su questo e capire che solo noi ragazzi possiamo contribuire a cambiare il nostro futuro, anche con semplici gesti. Rossana Portulano IV B T.C.B

martedì 9 febbraio 2010







Eccoci all'opera: raccogliamo campioni dell'aria che respiriamo e del suolo che calpestiamo.





















Nonostante dai loro tetti penda pesantemente l'incubo del continuo monitoraggio della qualità dell'aria, effettuato dall' Arpa Puglia, la fauna locale, ormai composta quasi totalmente da cavalli da corsa, cresce libera e forte sul suolo della masseria.