LUNEDI'15 MARZO 2010 : TERZA LEZIONE ALL'ARCHIVIO DI STATO
Oggi la dott.ssa Mina Chirico ci ha parlato della masseria La Battaglia, sita in località Lama e abitata dai suoi proprietari.
In origine il termine masseria non indicava una struttura abitativa bensì una estensione di terre coltivate. In origine tutta la zona nella quale è sita la masseria La Battaglia si chiamava San Vito del Pizzo e si divideva in due frazioni:
- una detta Li Gesuiti, appartenente alla Compagnia di Gesù, i cui membri erano ritenuti gli intellettuali della Chiesa;
- una detta di San Martino, appartenente alla famiglia Marziotta o Mazziotta, oramai estinta. Questa famiglia, intorno alla fine del 1500, aveva concentrato nelle sue mani alcune masserie comprese in zona san martino. Nel 1634 aveva comprato per circa 1940 ducati anche la masseria dotale di una certa Maria Morrone e nel 1637 gli appezzamenti delle famiglie Tortamano e Sangermano. Nel 1640 poi acquistò altri piccoli appezzamenti la cui destinazione erano oliveti, seminativi e vigneti. Nel 1740 Giovan Leonardo Marziotta decise e la costruzione di un casino di campagna così come andavano facendo le altre famiglie, segno dell'importanza raggiunta da questi signori nella seconda metà del Settecento. Alcuni di questi erano molto elaborati da un punto di vista architettonico (casini di villeggiatura). Giovanleonardo Mazziotta affidò la costruzione del suo casino a Francesco Mazzaracchio e questo è il momento in cui nasce la masseria come la intendiamo oggi.
Alla sua morte, avvenuta nel 1758, la proprietà andò al suo unico figliolo, Domenico, ma la proprietà era gravata da enormi debiti che portarono la famiglia al fallimento. Tutti i beni vennero appezzati e venduti all'asta. Parte della proprietà venne acquistata da un certo Antonio Scialpi, che a sua volta vendette a Caterina Morelli, vedova De Beaumont, nobil donna leccese.
La famiglia de Beaumont era già proprietaria di grandi estensioni terriere, masserie e ville tra cui l'attuale villa Peripato.
Per quanto concerne la zona detta Li Gesuiti, quando nel 1767 la Compagnia fu espulsa dal Regno, tutte le sue proprietà furono date in enfiteusi e tra gli affittuari ricordiamo Giacomo Resta, Raffaele Brescia e Angelo Ristano, che erano piccoli proprietari, quasi contadini. Dopo un po' questi non riuscirono più a sopportare le spese dell'affitto (il 4%) e furono costretti a cedere il loro diritto. Caterina Morelli chiese e ottenne dal Sovrano di subentrare nell'enfiteusi e tra il 1790 e il 1795 completò la proprietà dell'intera zona detta San Vito del Pizzo.
Per successione patrilineare erediterà tutto il figlio maggiore, Giuseppe, e da una descrizione del catasto del 1815 la masseria risulta in zona La Battaglia ed era costituita da . casa rustica, giardini, casa di abitazione, vigneto, palmeto, oliveto, seminativo e una casa per coloni.
Il figlio di Giuseppe, Luigi, sposa Maddalena Monelli, marchesa di Barletta. Alla sua morte, non avendo avuto figli, tutta la proprietà viene ereditata dal figlio del fratello di Maddalena, Filippo Monelli. Sarà lui, nel 1912, a vendere alla città di Taranto quella parte di proprietà che oggi viene detta Villa Peripato e a donare la masseria detta La Battaglia alla fondazione del premio Nobel.
Gli alunni della IVA T.G.A
Questo è stato secondo me l'incontro più interessante, non solo per l'argomento trattato, ma anche perchè siamo andati a visitare l'archivio dove vengono conservati i documenti più antichi della città di Taranto...non immaginate l'aria che si respirava la dentro, odore di storia che racconta di noi.
RispondiEliminaSara Calentini 4 a tga