18 gennaio 2010 - primo incontro all'Archivio di Stato –
La IV A TGA insieme alla professoressa Maria Giovanna Russo ha incontrato la dott.ssa Mina Chirico responsabile della sezione didattica dell'Archivio di stato di Taranto. La dott.ssa ha tenuto una relazione sulle masserie nel tarantino. Veramente interessante!
Caterina Marinò
L'Archivio di stato dipende dal Ministero per le Attività culturali e si occupa di conservare i documenti mettendoli a disposizione degli storici.
I documenti rispetto alle fonti scritte hanno natura giuridica in quanto incidono sugli interessi o sui diritti dal momento stesso in cui vengono scritti. Hanno sempre una motivazione contingente, ma con il passare del tempo perdono la funzione giuridica e acquisiscono un valore storico.
Michele Gravina
L'Archivio Storico della città riguarda la storia locale e conserva tutti i documenti della Provincia. II nostro Archivio contiene 40.000 unità archivistiche (fascicoli) per un'estensione di 7 chilometri di scaffalature. Il documento più antico risale al 1221. Le sale di studio sono aperte a tutti.
Giacomo Battisti
Il territorio tarantino è costellato da moltissime masserie che sono state realizzate nei vari periodi di colonizzazione. Le masserie sono una testimonianza di un sistema economico e politico fondato sul latifondo, grandi proprietà terriere. Le masserie erano grandi aziende agricole che comprendevano l'abitazione del proprietario. Gli alloggi per la servitù, le stalle, i depositi per i foraggi, gli attrezzi e i raccolti.
Veronica Chirico
Architettonicamente la definizione di masseria è molto complessa se non impossibile a causa delle successive sovrapposizioni di elementi nelle varie epoche. Inizialmente composte da una modesta dimora di pochi vani con recinti per l'allevamento , successivamente si sono completate con altri elementi perché ogni generazione che le ha abitate vi ha lasciato la propria impronta.
Francesca Calentini
Tra il VI e l'VIII secolo a.C. venivano usate principalmente per l'organizzazione della pastorizia e dell'agricoltura. Ai Romani dobbiamo la costruzione delle "Ville rustiche" e a Taranto la più importante si trova nella masseria dei Santi Pietro e Paolo, che oggi ospita una struttura alberghiera molto elegante, l'Histò. Federico II ne fece delle "fabbriche dell'agricoltura" trasformando i latifondi in centri agricoli e ordinando che i prodotti fossero oggetto di scambio durante le più importanti fiere.
Emilia Fumato
Tutte le masserie hanno come elemento comune la corte interna o atrio; il piano terra era destinato perlopiù all'attività agricola, all'allevamento del bestiame e al deposito degli attrezzi lavorativi, al piano superiore si trovava l'abitazione dei proprietari. Spesso vi era una cappella utilizzata come luogo di sepoltura o più semplicemente per ascoltare la santa Messa. Oggi la maggio parte delle masserie del nostro territorio si trova in una situazione di abbandono.
Cosimo Gravina
La parola deriva dal termine latino arcaico massa che vuol dire massa di pasta, lievito; questo termine era stato importato dal greco Maza, cioè massa di farina impastata, pane d'orzo. Nel latino classico è passato a significare riunione fino a quando si è giunti a blocco. Di qui massericae, cioè complesso di beni rustici. In età medievale si indicarono le terre oggetto di donazione anche in forma demaniale.
Stilyana Petkova
La storia delle masserie può essere ricostruita attraverso una serie di documenti, tra cui:
- Catasti onciari, voluti da Carlo II di Borbone nel 1740; segnano il superamento della ingiusta ripartizione delle collette in quanto valuta i beni non per il loro valore capitale bensì in base alla loro rendita.
- Catasti murattiani, introdotti dai Francesi nel 1809 e nei quali alla base delle imposte vi è il reddito fondiario.
- Atti notarili, attraverso i quali possiamo seguire i passaggi di proprietà.
Sara Calentini
lavoro interessante e soprattutto coinvolgente!
RispondiElimina